Un
giorno come tanti altri
«I
nostri dubbi sono dei traditori che ci fanno spesso perdere
quei beni che pur potremmo ottenere, soltanto perchè
non abbiamo il coraggio di tentare.»
William
Shakespeare
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Eccola
li, Caterina, anche quella mattina sul treno che la portava al
lavoro come tutti gli altri giorni della settimana.
Una vita monotona e spenta, la sua: si alzava alle 7, prendeva
il treno per Milano, dalle 9 alle 5 lavoro d'ufficio, orario continuato.
Poi di nuovo in treno per tornare a casa, dove l'aspettavano il
gatto e l'ennesima serata davanti alla TV da sola.
Ogni mattina però, dopo una mezzoretta di treno, accadeva
sempre una cosa che risvegliava in lei un barlume di vita temporaneo:
Luca, un giovane inserviente dall'aspetto piuttosto comune faceva
capolino nel suo vagone con il carello degli snack e del caffè.
Luca sorrideva sempre ed era gentile. Una vera boccata d'aria
per Caterina, che ormai aspettava quel momento della giornata
più di ogni altra cosa al mondo. Cercava sempre di salire
sul treno con in mente una scusa valida per scambiare due chiacchiere
con lui, ma non era facile data la sua estrema timidezza e la
sua assoluta mancanza di autostima.
La maggior parte delle volte le bastava un cenno di saluto, un
"ciao come stai?", un "sono contento di vederti",
ma quel giorno era diverso. Era quasi un mese che non aveva contatti
con lui, giacchè era stata a casa in malattia e nel mezzo
c'erano anche state le vacanze di Natale. Doveva assolutamente
trovare un argomento di conversazione, aveva bisogno di quella
boccata d'aria più che mai. Così, mentre attendeva
l'arrivo di Luca, rimurginava ansiosa sul da farsi: immaginava
cosa dire, come stare seduta e come sorridere.
"Perchè non riesco a fare a meno di pensare a lui?
In fondo non lo conosco. Vorrei avere una scusa qualsiasi per
potergli parlare davvero. E' così lontano da me. Non so
come avvicinarlo.
A volte mi sorride, per gentilezza, ma non ha idea di quanto significhi
per me. Vorrei che quel sorriso fosse molto di più. Cosa
devo fare per essere sua amica? Per avere un po' di attenzione
da parte sua? Mi sento così invisibile... Magari mi trova
brutta, stupida... o noiosa. Ho paura, ho tanta paura di essere
fuori luogo."
Alle
8.43 finalmente Luca fece ingresso col suo carrello nello scompartimento
di Caterina. Immediamente la riconobbe e le sorrise da lontano.
Iniziò a servire i passeggeri con la sua solita professionalità,
fino ad arrivare dove era seduta lei.
"Ciao" disse sorridendole di nuovo "Sono contento
di riverderti. Come stai?"
"Bene, grazie" rispose brevemente lei, che già
dopo il primo sorriso di Luca si era lasciata prendere dal panico
e non riusciva più a pensare a niente. Fu così che
le uniche altre parole che uscirono dalla sua bocca furono: "E
tu?"
"Bene anche io. Posso servirti il solito caffè?"
chiese lui con la solita gentilezza.
"Si grazie!" rispose Caterina ancora stordita dall'emozione
e incapace di aggiungere altro.
Il suo cuore le gridava in testa: "di qualcosa, fai qualcosa,
non lasciare che vada via così, trattienilo, trova una
scusa, parlaci!" Ma il pensiero di non essere una donna abbastanza
attraente e assolutamente poco interessante ebbe la meglio sui
suoi desideri e così rimase in silenzio a guardare Luca
che le serviva il caffè e che dopo averla salutata gentilmente
si allontanava per continuare il suo lavoro. "Che stupida
sono. Cos'ho in testa stamattina, è gentile per via del
suo lavoro e basta, non gli importa nulla di me, sono una passeggera
come tante. E' gentile con tutti allo stesso modo" Appoggiò
la testa al finestrino e chiuse gli occhi.
Luca
finì di servire i passeggeri di quello scompartimento,
con il suo bel sorriso e la sua impagabile gentilezza. Apri la
porta di congiunzione dello scompartimento successivo, la richiuse
alle sue spalle e sospirò. "Accidenti a me! Ho sperato
per settimane che prendesse di nuovo il treno e oggi che è
qui, non sono riuscito a dirle nient'altro che "Posso servirti
il solito caffè?!" Che stupido sono. Ma, in fondo,
che cosa posso sperare... una ragazza con degli occhi così
non si interesserà mai ad uno come me. E comunque di sicuro
è già impegnata."
Sollevò le spalle rassegnato e poi tornò al suo
lavoro.
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